il cofanetto del lutto
Quello di cui vi voglio parlare oggi è un progetto davvero importante, nato dalla collaborazione di Associazione Alessia e le GIPSI ( le infermiere pediatriche che si occupano dei piccoli pazienti a domicilio) che mi hanno coinvolto nel realizzare una speciale box di cui tutti speriamo di cuore nessuno debba aver bisogno.
Sì perché quella di cui vi parlo oggi è la box del lutto, nata per le famiglie che si trovano ad affrontare il dolore più grande, la perdita di un bambino e si ritrovano, in un momento già estremamente difficile a dover spiegare la morte agli eventuali fratellini e sorelline.
Per un tema così difficile, delicato, importante ecco allora venirci in aiuto una fiaba delicata e poetica, ed il suo personaggio principale, NEVO, un pupazzo di neve.
È una grande emozione per me far parte di questo progetto tutto ticinese in compagnia di persone che conosco e stimo da anni. Tutto il team dell'Associazione Alessia, le infermiere Gipsi a cui vanno i miei ringraziamenti di mamma, Roberto Lenzi, già prestatore di penna per le mie Magiche Creature che qui insieme ad Agata Pellandini ha affrontato un tema estremamente difficile regalando a tutti i genitori uno strumento adatto per parlare della morte ai propri figli, in maniera delicata, e a Valentina Pellandini, una della illustratrici che più amo che ha tradotto il racconto in immagini.
A me il compito di creare il pupazzo di Nevo, lo volevamo semplice, morbido, leggero.
Insieme comporranno una box che verrà donata alle famiglie in lutto e ci auguriamo che restino li, nel magazzino. Io per prima ho voluto crearne pochissimi pezzi, sperando siano sempre e comunque troppi.
Lo splendido libro invec,e può essere acquistato a 20.- direttamente dall'Associazione e i proventi andranno a sostenere come sempre le attività della stessa che si occupa di dare sostegno alla pediatria ticinese e alle famiglie con bambini malati.
Per averlo potete contattare direttamente loro:
079 208 53 42
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Vi lascio qui le parole utilizzate dalla rassegna stampa del 3 settembre per la presentazione del progetto e le parole dell'autore:
Un libro molto importante per tutte le famiglie che si trovano ad affrontare un percorso molto difficile come la malattia di un figlio, e dover spiegare ai figli, studenti, piccoli pazienti, come affrontare il lutto.
Nevo nasce per essere il cuore della Scatola del Lutto, strumento che la direttrice sanitaria del GIIPSI, Claudia Taddei, ha fortemente voluto e che vuole essere un aiuto concreto alle famiglie di bimbi e ragazzi giunti quasi alla fine della loro battaglia contro un male incurabile.
Un racconto che parlasse di morte e che, nel suo piccolo, potesse portare un attimo di serenità, potesse aiutare chi resta, sopratutto i più piccoli, ad affrontare il lutto con una piccola speranza: la certezza che la morte non è mai una fine. Betty Waller Barchi ha vissuto sulla propria pelle il dolore della perdita di una figlia e ha saputo trasformarlo insieme a Gisela Vegezzi in un'associazione che aiuta le famiglie del nostro cantone durante il periodo più brutto che si riesca ad immagibare: la malattia grave di un figlio. Quando mi ha chiesto di scrivere un racconto per questo scopo non ho potuto tirarmi indietro.
Nevo nasce un mattino di primavera, coccolato dal rumore del fiume Ribo e dal vento che ogni tanto spazza la valle di Vergeletto, nasce da un nodo allo stomaco, nasce di getto, in un'ora, dopo mesi da quella richiesta dalla quale non potevo scappare. Molte sono le menti e i cuori che si sono chinati su questo piccolo pupazzo di neve: Agata Pellandini che ha corretto e armonizzato le bozze, Valentina Pellandini che ha illustrato la mia immaginazione in modo perfetto, senza esserci mai parlati e Giovanna Grimaldi Leoni, già mamma di mille creature magiche che è riuscita con Nevo a creare il suo pupazzo più bello.
Il libro sarà, dicevo all'inizio, parte della Scatola del Lutto ma sarà anche a disposizione di scuole, enti o privati che ne faranno richiesta. Per il momento non si parla di una commercializzazione nelle librerie.
Come autore è davvero strano da dire ma spero con tutto il cuore che Nevo debba essere letto da meno persone possibili.