DONNE IN RINASCITA: Sofia e il Centro Sfera Bianca
Ciao, oggi sono davvero felice di presentarti per la rubrica DONNE IN RINASCITA, Sofia e il suo Centro Sfera Bianca.
Un centro, come indicato dal sito stesso, dove si praticano terapie complementari, munito di sala Snoezelen (sala multisensoriale) e sensory shop.
Ammetto candidamente che non conoscevo questa realtà e che molti termini mi erano sconosciuti, ma sono subito stata affascinata da questo mondo "sensoriale", e anche dall'entusiasmo di Sofia con la quale ho subito sentito grande affinità.
Ma facciamoci spiegare da lei quello che possiamo trovare in questo luogo magico.
1. Sofia, cominciamo con parlare un po' di te, tu che formazione hai e che lavoro svolgevi prima di dedicarti al centro sfera bianca?
Tanto per cominciare, posso diagnosticarmi con certezza una forma di iperattività gioiosa! Non sono capace di stare con le mani in mano anche se adoro prendermi degli spazi di silenzio, ma la staticità non è nel mio modo di essere.
Mi ritengo una creatura strana: ho lavorato per anni in un ambito molto diverso da quello in cui "sguazzo" ora ma -guardando indietro- è come se avessi tirato i fili di una medesima ragnatela senza neppure accorgermene. Ora che i fili si incontrano e sostengono tra loro creando un disegno unico, resistente e creativo, mi sento finalmente al centro di quest'opera, al mio posto.
A 15 anni, a Milano, durante una calda estate, feci un provino per una radio nazionale molto nota in Italia (spinta da mio padre) e mi assunsero: un'avventura cominciata con spensieratezza come solo un'adolescente sa fare, che mi ha invece catapultata nel mondo del lavoro e degli adulti in giovanissima età. La mia giornata iniziava alle 6.00 per prendere il treno verso i banchi del Liceo e finiva alle 19.00 quando rincasavo dalla radio. A quel punto studiavo per il giorno dopo. Ho imparato moltissimo in quegli anni.
A 19 anni avevo un appartamento mio in centro a Milano, un lavoro nel mondo della comunicazione e tutta la vita davanti. Sembrava perfetto, ma non mi sentivo davvero al mio posto. Ho lavorato in uffici stampa di altissimo livello, emittenti nazionali, redazioni di programmi televisivi e giornali musicali per 10 anni. A 25 anni, quando la mia prima figlia aveva 2 anni, ho detto basta: mi sono licenziata in tronco da un posto di lavoro che avrebbe fatto gola a molti e ho provato ad ascoltarmi. Ero esaurita e incapace di leggere i miei veri desideri, sapevo solo che volevo essere una buona madre. C'è voluto un po', ma alla fine ho capito che volevo stare a contatto con le persone, in particolare con chi aveva bisogno di un supporto. Ho sempre adorato i bambini e il mondo dell'infanzia: mi sono iscritta a un corso di Naturopatia con l'idea di portare delle terapie complementari e temi vicini all'alimentazione sana ai bambini e alle loro madri.
Nel frattempo mi sono trasferita in Ticino (metà della mia famiglia è del canton Glarus) e ho iniziato la Scuola Superiore Medico Tecnica per sostenere poi gli esami di Terapista Complementare. Una sera, dopo una lezione... tornata a casa ho raccolto la borsa e sono corsa al Sant'Anna a partorire la mia seconda figlia :-)
2. Com'è composta la tua famiglia?
Un marito iperattivo quanto me, due figlie (9 e 5 anni e mezzo), due conigli morbidissimi e una madre che mi sostiene in tutte le mie imprese. Un padre (indovina? iperattivo!) che vedo pochissimo perchè un po' workaholic ma mi sprona da sempre.
3. Il tuo diventare mamma quanto ha influito sul tuo nuovo percorso?
Direi che è stato fondamentale. Non solo dal punto di vista professionale, ma soprattutto per la mia evoluzione personale. Il cambiamento era già avvenuto con la nascita della mia primogenita: lì, tutte le priorità si erano improvvisamente ri-arrangiate in un nuovo ordine. Ma con la mia secondogenita, più che un cambiamento è stato un vero ribaltone! A 18 mesi, dopo un anno e mezzo difficilissimo (e insonne) la mia seconda bambina ha ricevuto una diagnosi di autismo. L'autismo è uno spettro, ovvero un po' come lo spettro della luce si divide in diverse "qualità": da quello cosiddetto "a basso funzionamento" (grave) a quello "ad alto funzionamento", anche definito spesso "Asperger". Indovina un po' dove cade mia figlia? Cade lì dove troppa gente abbandona le speranze. Cade lì dove la sfida si fa davvero ardua a volte...
Oggi, acinque anni e mezzo, è non-verbale (non parla, ancora stiamo cercando di fare una stima di quanto comprenda del nostro, di verbale...) e molto difficile da gestire, lo ammetto, ma assolutamente adorabile. Mi ha insegnato tantissime cose con il suo spirito ribelle, molte più di quelle che io ho potuto trasmettere a lei.
La mia primogenita, a contrario è facilissima alla comunicazione, socievole e creativa, divertente e rivoluzionaria! Non potevo fare due esperienze più diverse, accomunate dall'amore immenso che provo per entrambe.
4. Com' è nata l'idea di creare questo centro? E come sei riuscita a renderlo concreto?
L'idea è nata da un'esigenza personale: cercavo un posto in cui poter vivere momenti di gioia e serentià adatti a entrambe le mie figlie, senza sentirmi fuori luogo se la mia piccola cominciava a girare su sè stessa o a fare flapping con le mani. Un luogo in cui anche i suoi interessi un po' atipici potessero essere valorizzati e capiti e in cui si potesse prevenire il suo disagio sensoriale così frequente in luoghi pubblici!
Il mio incontro con lo Snoezelen è stato una folgorazione! Avevo frequentato i corsi di Stimolazione Basale per aiutare la mia bambina a riportare un po' di equilibrio nei suoi momenti più difficili causati dal disturbo di integrazione sensoriale. Suoni e rumori forti (ma a volte anche non poi così forti...), odori, contatto fisico, addirittura l'acqua della doccia o un calzino un po' bagnato possono essere a volte elementi scatenanti per una crisi, se la sua abilità di filtrare e processare le informazioni sensoriali è particolarmente compromessa. Se un odore non le piace, è in grado di vomitare già prima che io riesca a percepirlo, quell'odore. Se un suono è improvviso, la sua espressione di paura è... terrore puro! Immaginate cosa possa essere per lei una passeggiata in città... un cestino troppo puzzolente o un motorino che svolta all'improvviso possono rovinarci la giornata, non sto esagerando.
Dall'altro canto, alcuni stimoli sensoriali possono essere per lei fonte di enorme piacere: la ricordo -piccolissima- accarezzare le foglie delle piante incantata, con il desiderio di non essere disturbata. Oppure, perdersi ad attaccare e staccare un dito su una superficie un po' collosa anche per venti minuti di seguito, rapita.
La Stimolazione Basale mi è stata utile e ne ho amato subito l'approccio di grande rispetto verso l'altro.
Lo Snoezelen -di cui ho seguito l'intera formazione in svizzera interna presso ISNA/MSE, di cui sono poi diventata docente di riferimento per i corsi in lingua italiana- è molto vicino alla Stimolazione Basale, ma aggiunge un tocco di magia e si adatta incredibilmente bene a tutte le categorie possibili: bambini piccoli, gestanti, adulti stressati, anziani... il tutto in un ambiente unico e incantevole come la Sala Snoezelen.
In un secondo momento è nato Sfera Bianca Shop: il problema era lo stesso riportato sopra, ma riferito a materiali educativi e giochi sensoriali. Difficilissimi da reperire sul nostro territorio, spesso a costi sbalorditivi oppure senza avere la possibilità di vederli prima dell'acquisto. Non avevo pensato di aprire uno shop, in principio, ma è accaduto e ne sono molto contenta: ho scoperto che aiutare i genitori di bambini -in particolare quelli più "difficili"- a trovare un gioco o prodotto adatto a loro mi appassiona enormemente. Quando ricevo le foto dei genitori che immortalano i loro figli occupati con i nostri materiali, mi si apre il cuore! Il prossimo passo sarò aprire un negozio vero e proprio, al momento abbiamo un piccolo angolo all'interno del centro in cui è possibile visionare i materiali e uno shop online (www.sferabiancashop.ch)
5. Per chi è pensato il tuo centro? Che servizi offre?
E' pensato principalmente per i bambini (con e senza disabilità) e per i genitori, ma accogliamo spesso anche gruppi di anziani, adulti con disabilità e adulti (genitori!) stressati per gruppi di meditazione e training autogeno. Insomma, ce n'è per tutti. Nel prossimo futuro prevedo sempre più collaborazioni con professionisti esterni per poter offrire accompagnatori estremamente specializzati. Ad esempio, da un paio d'anni con noi collabora una dolcissima ostetrica che accoglie gestanti e neomamme in sala.
Oltre allo Snoezelen, offriamo consulenze per la scelta di materiali educativi e prodotti specifici o giochi sensoriali, corsi Snoezelen certificati ISNA/MSE, alcune terapie complementari (Training autogeno, shiatsu), serate informative e organizziamo workshops. Quest'anno, con il sostegno di Supsi, abbiamo portato in Svizzera gli inglesi di Sensory Spectacle. Te l'ho detto che sono iperattiva!
6. Ho visto che il centro offre anche varie terapie naturali come l'omeopatia, lo shiatsu ecc, collaborate quindi con dei terapisti esterni?
Come detto, ho una formazione che parte dalle terapie complementari: sono Omeopata Unicista e operatrice di Training Autogeno riconosciuta dalle casse malati, anche se il grosso del mio lavoro si concentra sul lavoro in sala Snoezelen e l'allestimento di aree sensoriali a domicilio, nelle scuole ecc.. è la mia vera missione.Tra dieci anni vorrei guardarmi indietro e pensare "Quanti bambini di ogni età e condizione abbiamo fatto giocare e reso felici, in questi anni!"
7 .Per finire, chi vuole conoscerti, venire a trovarti, prenotare una seduta o un trattamento o acquistare il materiale che proponi dove ti puô contattare
Sito: del centro www.centrosferabianca.ch , dello shop www.sferabiancashop.ch
fb : Centro Sfera Bianca
Ig: centrosferabianca
O per scrivermi una mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Grazie Giò, viva le donne!
A me non resta che gioire di aver avuto la fortuna, grazie al web di incrociare queste donne e mamme stupende e di potertele presentare attraverso questa rubrica.
Sono la prova che diventare mamme, non vuol certo dire annullarsi come donna, ma anzi spesso coincide con il trovare una nuova strada, certamente impegnativa, ma anche tanto più appagante.